Coliandro S1E1 - Nikita in moto per Bologna - I Punkreas
Continua il giro di Nikita / Nicole Grimaudo per Bologna. Ma questa volta Nikita ci farà scoprire involontariamente un altro luogo, lontano dal centro e soprattutto, purtroppo, lontano nel tempo.
Mentre gira in motorino, forse mentre continua da Largo Respighi, lo sguardo di Nikita si sofferma un attimo su un manifesto su un muro. E' il manifesto per il concerto dei Punkreas in città.
Il manifesto non è casuale. Le canzoni dei Punkreas (come quelle delle Bambole di Pezza, come vedremo poi) accompagnano tutta la puntata. Ma soprattutto, probabilmente, accompagnano e hanno accompagnato la gioventù di Nikita. I Punkreas sono infatti un gruppo che si afferma negli anni '90. Da un certo punto di vista sono la risposta italiana e alternativa al soft punk californiano disimpegnato che cominciava ad arrivare in quegli anni, dai Green Day ai Blink 182. I Punkreas sono l'esatto contrario: le loro canzoni trattano di temi sociali e politici caratteristici di quegli anni, attraversati dalle manifestazioni contro la guerra in Jugoslavia, dal movimento No Global (Genova, Napoli, ma la stessa Bologna con i No-Ocse del 2000), dalle grandi manifestazioni contro la guerra in Irak e Afghanistan (con il milione di persone a Roma proprio il 14 Febbraio di quello stesso anno, il 2003) e degli scioperi contro la modifica dell'articolo 18 del Governo Berlusconi.
Chi era adolescente in quegli anni non può non aver sentito i Punkreas. Per molto tempo sono stati considerati musica adolescenziale, da abbandonare una volta cresciuti. Se però si va ai concerti oggi, il pubblico è molto variegato, con gli adolescenti tanto di oggi che di ieri.
Il manifesto riprende la copertina dell'album Falso, uscito proprio l'anno prima, forse quello di maggiore successo del gruppo. Un successo testimoniato anche dal manifesto che guarda Nikita. Infatti vediamo che il concerto si terrà al Palanord il 15 Novembre (la data conferma che la puntata è stata girata verso Ottobre del 2003). All'epoca la vita culturale e musicale di Bologna era molto più ricca di oggi. Molti locali (come vedremo) hanno chiuso sulla spinta del turismo, per trasformarsi in taglierifici di bassa qualità. Ma all'epoca i circoli Arci erano decine e spesso questi producevano ogni sera cultura e concerti.
Ricordo un concerto dei Punkreas alla Festa de l'Unità del 2006 che si teneva al Parco Nord, a fianco del Palanord, in cui Prodi, dopo un dibattito si fermò a parlare con i giovani del Pds. Alla fine i giovani dissero a Prodi che dovevano andare perché c'era un concerto. Prodi chiese di chi. I giovani risposero entusiasti "I Punkreas!". Prodi storse il naso, forse perplesso che un gruppo prendesse il nome da quell'organo corporeo.
Proprio il Parco Nord, all'interno del quale c'è il Palanord, ha ospitato grandi eventi di musica. Non solo perché l'Estragon da quasi 20 anni ha trovato casa lì dentro. Ma proprio gli anni in cui viene girato Coliandro sono gli ultimi anni in cui Bologna ospita i grandi concerti di musica alternativa, ma non solo. Sempre in concomitanza con la Festa provinciale dell'Unità, che in genere durava 3 settimane (da fine agosto a metà settembre) nell'Arena Parco Nord (una banale collinetta di terra che quando pioveva si trasformava in un catino di fango e sudore) ospitava tanto l'MTV Day con tutti i principali gruppi italiani e mondiali, ma anche l'Indipendent Days festival, con i principali gruppi alternativi. Rimase storica l'edizione del 2001, a poche settimane dalle manifestazioni di Genova, in cui l'Arena Parco Nord ospitò oltre ai Punkreas, la Banda Bassotti, gli Ska P, I Modena City Ramblers, i Tre Allegri Ragazzi Morti, i Reel Big Fish con la chiusura di Manu Chao.
Il Palanord era una tensostruttura permanente costruita al Parco Nord (uscita 7 della tangenziale) per i Mondiali di Italia 90. Doveva essere utilizzato per le conferenze stampa. Era un po' fuori città per svolgere questa funzione ed era dalla parte opposta rispetto allo stado. Si dice che non fu mai usata, ma sicuramente non fu usata dopo i Mondiali. Rimase lì, a fianco della tangenziale. Lo si usava per i congressi (quelli grandi, del Pds o della Cgil) e in pochi altri rari casi. Come appunto per concerti che richiedevano sale da più di 500 posti. Il Palanord ne teneva penso sulle 2000. E avere una data a Bologna da 2000 persone non era da tutti.
Oggi purtroppo il Palanord non c'è più. E' perito sotto il peso della nevicata del 2015 (se non ricordo male). Per anni è stato utilizzato dall'Estragon (che dal 2006 ha trovato sede a fianco al Palanord) specie in occasione dell'Irlanda in festa, la festa irlandese per San Patrizio che si tiene ogni anno a Bologna. I Congressi, quelli grandi, non se ne fanno più. Ora c'è solo lo scheletro del Palanord, simbolo di una cultura musicale e politica della città ormai ridotta a un rudere dei tempi passati.
Né io, né Nikita avremmo mai pensato che la ricca cultura alternativa di Bologna e la sua politica avrebbero fatto questa fine. Soppiantata da mortadelle e taglieri.
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