Coliandro S1E1 - Nikita in moto per Bologna - Via Zamboni

 

Dopo l'agguato di mafia in pieno centro del post precedente, la puntata torna alla tranquillità. Le violenze sono ormai lontane, la Bologna che sembra la Sicilia è dietro le spalle.

E non solo metaforicamente: Nikita, interpretata dalla bravissima Nicole Grimaudo, percorre via Zamboni con il suo motorino da pony express. Alle sue spalle, forse duecento metri prima, c'è Piazza della Mercanzia, dove avviene l'agguato.

Il passaggio da Piazza della Mercanzia a Via Zamboni è quindi molto significativo. Ci lasciamo indietro la Bologna oscura e violenta, per tuffarci nuovamente nella Bologna scanzonata di quegli anni. Via Zamboni è infatti, oggi come allora, il centro della zona universitaria. Un quartiere che era frequentato solamente da studenti universitari ed talvolta dai professori, ma difficilmente da altri bolognesi, e ancora meno da turisti, all'epoca (nel 2003) una specie sconosciuta a Bologna. Questo rendeva la zona universitaria una città nella città, con divisioni anche molto forti. Infatti tra la popolazione studentesca che passava le giornate in Via Zamboni e dintorni, era prevalente quella dei "fuorisede", degli studenti che venivano dal sud per studiare a Bologna. 

Le ragioni erano tante, anche di natura economica e sociale. I bolognesi avevano i propri giri di amici, conosciuti alle superiori e avevano meno bisogno di socializzare. Inoltre i bolognesi tendevano a fare facoltà potenzialmente più remunerative, come legge o economia (spesso perché avevano sbocchi già pronti in quegli ambiti), e difficilmente si mischiavano con il poco elegante popolo di Via Zamboni. Infatti la zona era popolata di bar a basso prezzo e di dubbia qualità e igiene, che poco si adattavano agli studenti bolognesi che non dovevano pagare affitti stratosferici per studiare all'Unibo. Gli studenti bolognesi avevano il motorino e potevano scegliere locali fuori dal centro o sui colli.

In ogni caso, questo tiepido sole sembra rispecchiare bene la Via Zamboni di quegli anni. Attraversata dai movimenti no global, dagli scioperi e dalle manifestazioni, ma anche sonnacchiosa e tranquilla. In fondo alla foto si osserva il palazzo Paleotti, sede storica di una sala studio dell'Università, che contorna Piazza Verdi. Una piazza, che come tutto il quartiere universitario, è cambiata negli anni: all'epoca era piena dei famosi punkabbestia odiati da Coliandro (persone, spesso vittime di dipendenze da sostanze, che viveano e dormivano nella piazza dai fatti del 1977 in poi), ma anche di militanti di vario tipo e genere. 

Una volta, in quegli anni, mentre camminavo tranquillamente verso la facoltà, un gruppo di studenti del collettivo (credo chourmo) in qualche secondo presero un nastro e legandolo ai pali dei cartelli bloccarono la piazza e con un megafono cominciarono a urlare contro la guerra in Iraq. Proprio in quel momento, a fianco a me, c'erano due carabinieri a piedi che tolsero il cappello e mettendo le mani nei capelli dissero "ommadonna! e ora cosa si fa?". Insomma, Coliandro rispecchia bene gli appartenenti alla questura di Bologna.

La torre sopra Palazzo Poggi (in realtà sopra il rettorato) è la Torre della Specola, che all'origine era un osservatorio astronomico. Una volta la visita era riservata al Rettore (e ai rappresentanti degli studenti) poiché vi si accedeva solamente dagli uffici del rettore.

Sulla destra dell'immagine c'è la fine del portico della Basilica di San Giacomo Maggiore, riferimento per CL, che dagli anni '70 erano gli avversari storici dei collettivi nelle facoltà e alle elezioni universitarie.

Il quartiere è cambiato negli anni. I primi tentativi furono quelli di Guazzaloca, che spinto da AN, con molta "umanità" cercò di sloggiare i punkabbestia attraverso la pulizia delle strade: questi stazionavano tutto il giorno sotto il portico del teatro Comunale, e il sindaco inviava pompe a pulire i portici in pieno giorno, e poiché questi diventavano bagnati, i punkabbestia non potevano più starci. Come combattere le dipendenze con le pompe ad acqua...

Ma la stessa via Zamboni era all'epoca tutta aperta al traffico (per questo Nikita/Nicole sfreccia qui con il suo motorino), poiché il sindaco e la sua amministrazione sosteneva che il passaggio delle auto avrebbe diminuito la delinquenza della zona. Come se gli spacciatori si facessero spaventare da qualche macchina che passa.

Oggi via Zamboni è sicuramente cambiata. Come per il resto della città, comincia ad essere sfiorata dal turismo, anche se devo ammettere che non sono tanti i turisti che arrivano qui. Fa ancora un po' paura, ma ai margini della zona universitaria, l'invasione è evidente (pensiamo all'Osteria dell'Orsa e al purtroppo scomparso Contavalli...). Ma soprattutto quella Bologna scanzonata di manifestazioni, collettivi, pic nic in piazza e di studenti, sì perditempo ma che discutevano del mondo, non c'è più. La piazza si è depoliticizzata, come il resto della società.

Non va però dimenticato che Via Zamboni prende il nome da un giovanissimo, un bambino di 15 anni, che fu linciato dai fascisti il 31 Ottobre del 1926 dopo aver attentao alla vita di Mussolini, in città per inaugurare lo Stadio.



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