Coliandro S1E1 - Nikita in moto per Bologna - Via Belle Arti
Nel suo girovagare, distratta dal manifesto dei Punkreas, Nikita / Nicole Grimaudo, finisce per cadere. E non cade in un posto qualsiasi. Cade in via Belle Arti, all'incrocio con via della Moline.
Via Belle Arti è al centro del quartiere universitario al pari di Via Zamboni, ma al contempo è diversa. Non dico che ci sia una vera e propria divisione tra le due, ma le caratteristiche diverse delle due strade hanno creato due gruppi diversi di studenti: quelli che preferiscono ciondolare in Via Zamboni e quelli che preferiscono via Belle Arti.
La seconda infatti è diversa dalla prima per diverse ragioni. Nella prima ci sono tutte le principali facoltà, nella seconda, a parte Statistica all'inizio della strada, no. Inoltre al centro di Via Zamboni c'è Piazza Verdi, che raccoglie giorno e notte decine di studenti. Queste differenze rendono la strada più tranquilla, più riservata rispetto a via Zamboni. Quasi appartata.
L'incrocio in cui cade Nikita è forse quello più significativo di tutta la strada. Chiunque abbia fatto l'università a Bologna vi è passato centinaia di volte. A volte centinaia di volte al giorno. O di sera. Infatti tanto di giorno che di notte questo è uno degli snodi fondamentali: se di giorno ci si passa in pausa pranzo (concetto di sè molto labile se si pensa alla vita di uno studente universitario a Bologna che magari si sveglia a mezzogiorno), di sera ci si passa nel girovagare da un locale all'altro.
Via delle Moline (che vediamo nella foto subito dopo Nikita) è piena da sempre di bar e locali in cui andare. Uno di quelli storici è Bombocrep, che ormai da decenni è conosciuto per essere aperto anche a notte fonda e in cui ci si può rifornire di crepes, bomboloni e altre cose colesterologene fatte sul momento. Il paradiso per gli studenti universitari che raramente, anche in settimana, vanno a dormire prima di mezzanotte. Così come di altri locali sempre pieni come il Bounty, le Stanze (che con i soffitti affrescati similstorici però non era tanto per gli studenti), e di tanti altri locali che davano sulla via. E ci poteva incontrare anche uno dei tanti "personaggi" bizzarri di Bologna, come Mirò, che con la scusa di vendere occhiali da sole a mezzanotte, ci provava con le passanti proponendo, dopo 5 minuti di andare a casa sua. E se erano un gruppo di fare una cosa a 3 o a 4 o a 5. Le ragazze lo conoscevano, stavano al gioco, lo prendevano un po' in giro e continuavano la serata per Bologna. E proprio in fondo alla via, vicino a dove cade Nikita, c'è da sempre un laboratorio di piercing (quasi da sempre), che una volta era un posto di nicchia (quando questa pratica era poco diffusa) ma che con gli anni è diventato sempre più popolare.
Ma un altro posto storico di Bologna è invece sulla sinistra, continuando su Via Belle Arti. Qui ci si poteva trovare Piazza Casa, un posto amato da tutti gli studenti, per i prezzi stracciati delle pizze. Se una Margherita normalmente costava 4 o 5 euro, qui la si poteva trovare a 2,50 euro. La si ordinava e la si mangiava con i cartoni seduti per terra, di giorno o di notte, in estate o in inverno, con la pioggia, la neve o con il sole. Vi lascio immaginare le folle che si accalcavano qui a ogni ora. Visto il budget molto ristretto degli studenti, Piazza Casa era il rimedio a ogni fine del mese e spesso anche a ogni inizio.
E se non ci si poteva andare, le si poteva ordinare, così come in tanti altri ristoranti tramite PizzaBo. Quando ancora non c'erano Ubereats, deliveroo, Justeat e simili, a Bologna c'era già un'app a cui ordinare per le consegne. Era talmente ben organizzata in città, che i concorrenti internazionali non riuscivano ad entrare nel mercato e sono stati costretti a comprarla pagandola molto bene.
Anche questa parte di Bologna ormai sta scomparendo sotto il peso della turistificazione. Pizza Casa, come detto è sparita qualche anno fa. Come il sito PizzaBo che quelle pizze le portava. Ma soprattutto è sparito per sempre un locale storico come il Contavalli (osteria che accumulava i tappi di sughero consumati dai clienti sulla vetrina), che era a pochi metri da Pizza Casa, per diventare uno dei soliti locali al neon alla moda. Ma anche molti posti di Via della Moline sono scomparsi invasi da finti locali vero bolognesi. Come la libreria delle Moline: cosa di peggio e al contempo di più significativo di una libreria in zona universitaria che chiude, sostituita dall'ennesima mangiatoia. Una mangiatoia che si accompagna ad altre per turisti che sono nate lungo la via.
E più la zona diventa anonima e omogenea e più i turisti credono di visitare qualcosa di tipico e unico.
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