Coliandro S1E1 - Nel centro di Bologna - Via de' Musei vicino a San Petronio
Coliandro / Giampaolo Morelli e Nikita / Nicole Grimaudo continuano la loro ricerca per tentare di risolvere l'enigma del contenuto del computer trovato a casa del ragioniere della mafia. E grazie a loro continuiamo a scoprire Bologna e in particolare la Bologna di quegli anni.
Dopo essere stati al Nu Lounge Bar (un locale che c'è ancora oggi, anche se diverso rispetto al 2003, poiché è stato ristrutturato) e aver incrociato l'amico di Nikita / Neffa, si dirigono verso la "tana" dell'hacker. Le stradine di Bologna spesso si somigliano, e sembrano tutte uguali, ma ciascuna ha una sua poesia. E attraversarle in una notte di primavera o di un tiepido autunno e lasciarsi cullare dai portici e dai ciottoli permette di scoprirle nel modo e nel momento migliore.
I tre qui si incamminano in Via de' Musei, cioè a fianco del Nu Lounge Bar e della libreria Nanni, a due passi da San Petronio e quindi da Piazza Maggiore. La stradina è deserta, come vediamo, anche se non è notte fonda. Oggi, se ci si passa, la si trova piena di tavolini per turisti e purtroppo la sua poesia si è un po' persa. Ma all'epoca non era così.
Sullo sfondo vediamo la Buca San Petronio, che prende il nome dalla chiesa vicina. Chi non è di Bologna si domanderà cosa sia. Una buca normalmente è un cosa sgradevole che gli ammortizzatori delle nostre automobili conoscono fin troppo bene. A Bologna invece hanno un altro significato. Le Buche sono dei ristoranti tradizionali bolognesi, presenti da tempo immemore, dedicati alla conservazione della tradizione culinaria della città. Le Buche sono (anche se forse bisogna dire "erano") delle osterie dove, come nelle altre osterie, si mangiava bene e si spendeva poco, ma che avevano l'ulteriore caratteristica di essere ubicate nel seminterrato o addirittura sotto il livello stradale.
Oggi non ne restano tante e molte di quelle che ci sono sono diventate turistiche. Ma se ne possono trovare di ancora originali e provarle. Anche in questo caso, il turismo ha fatto danni: molte si sono convertite ai desideri mordi e fuggi dei nuovi clienti saltuari, dimenticando i propri antichi clienti e la loro missione, passando a costi tutt'altro che popolari e a una qualità che, anche dove resta buona, peggiora rispetto al passato. Come vediamo, anche i nostri tre amici sembrano perplessi e un po' disorientati dai cambiamenti della loro Bologna.
Se si percorre Via de' Musei oggi, si nota che un'altra cosa è scomparsa. Infatti al numero 7, il presunto indirizzo della casa dell'hacker, il "campanello" di casa (il tiro come si dice a Bologna), è cambiato. La griglia utilizzata da Neffa per farsi aprire non c'è più (ma chissà se c'è mai stata lì).
Il metodo era ingegnoso, ma forse poco pratico. E non ha resistito all'avanzare del tempo. Ma per noi non cambia niente. Nè questo, nè i numerosi turisti chiassoni (che nulla sanno di questa via e che probabilmente nulla vogliono sapere, attratti solo da finti taglieri finti tipici) però cambieranno l'immagine che noi abbiamo di questa via. Per noi, lì nel seminterrato c'è sicuramente ancora il nostro giovane Hacker, che conserva da qualche parte il computer incriminato e che continua a forzare sistemi inaccessibili con la leggerezza tipica della Bologna di quegli anni.
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