Coliandro S1E1 - Strage mafiosa alla pasticceria - La Bolognina
Lasciamo Nikita e la zona universitaria e torniamo al tema principale della prima puntata di Coliandro: la mafia a Bologna. I giri di Nikita per Bologna, per la zona universitaria, ci hanno fatto dimenticare gli omicidi cruenti della guerra di mafia che hanno aperto la puntata.
La guerra continua e qui osserviamo la risposta di uno dei due clan all'attacco avvenuto in Piazza della Mercanzia. Questa volta l'attacco si svolge fuori dal centro storico, in una panetteria/pasticceria.
Il quartiere che la circonda è ben diverso da quello che cullava Nikita nel suo girovagare: qui non ci sono palazzi storici, niente studenti perditempo. I palazzi come si vede, sono anni '50/'60, costruiti dopo la tragedia e le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, quando Bologna fu pesantemente bombardata poiché vicina e attraversata dalla linea gotica (e non va dimenticato il massacro di Marzabotto).
La panetteria che fa da sfondo all'omicidio esiste davvero e si trova alla Bolognina, il quartiere di Bologna che si trova dietro alla Stazione Centrale di Bologna. L'episodio, come detto, è stato girato nel 2003, e da allora anche la Bolognina è cambiata profondamente.
Il quartiere è stato storicamente uno dei quartieri popolari di Bologna, dove viveva la classe lavoratrice, anche per via della vicinanza con alcune delle principali fabbriche del bolognese. Gli operai all'epoca (quasi sempre contadini inurbati) andavano al lavoro in bicicletta, e attraversavano il quartiere la mattina e la sera. I palazzi che vediamo, sono quindi frutto dell'emergenza del dopoguerra e di una pianificazione edilizia che serviva a contenere la speculazione e a indirizzare gli investimenti secondo i bisogni sociali. I costruttori dovevano lasciare un appartamento al Comune di Bologna in cambio del permesso di costruire. E quell'appartamento veniva assegnato a una famiglia povera, che quindi conviveva nel condominio con altre famiglie più benestanti che invece l'appartamento l'avevano comprato. Questa era la Bologna del Pci il cui mito (sempre più lontano) vive ancora nell'immaginario di molte persone.
Il quartiere ha continuato a mantenere la propria impronta popolare e operaia negli anni, anche se la popolazione è cambiata. Ai contadini bolognesi e modenesi inurbati si sono affiancati tanti operai del sud (specie dalla Campania), venuti al nord per lavorare e per costruire una vita e che sono stati inclusi nella società bolognese. Poi negli anni si sono susseguite altre ondate, di studenti universitari e poi di immigrati venuti da altri paesi. L'offerta culinaria del quartiere ha seguito i suoi abitanti, con le prime pizzerie (all'epoca un piatto esotico al nord), poi con i ristoranti di tutte le regioni del mondo.
La Bolognina fu teatro di una battaglia importante per la Liberazione di Bologna dai tedeschi e per questo una delle sezioni più grandi del Pci erano in questo quartiere. Occhetto, quando nel 1989 fece il famoso annuncio per cui il Pci cambiava nome, lo fece proprio dalla sezione del Pci di questo quartiere, davanti a partigiani che avevano combattuto, che avevano fatto la prigione e che avevano pagato per la loro scelta di non accettare Mussolini e il fascismo. Non so se il declino di Bologna sia cominciato quel giorno, ma di certo è stata una tappa importante.
La pasticceria in cui si svolge l'agguato di mafia è un po' simbolica di come anche la Bolognina sia cambiata negli anni. Penso che l'episodio di Coliandro, girato nel 2003, usi pochi attori e che abbia semplicemente usato i locali della panetteria senza cambiarli: non si sono attori, ma probabilmente i dipendenti e i proprietari del locale sono le persone che vediamo, così come i clienti. Il locale mi ricorda tanti altri che c'erano all'epoca: semplici, caldi e cordiali. Le vetrina è semplice, niente di sfarzoso, per un quartiere che di sfarzoso non ha nulla. E il laboratorio dietro mostra che le cose erano fatte veramente sul posto, non scongelate come avviene in tanti posti turistici del centro.
Infatti vediamo che il forno dei Fratelli Romano è aperto dal 1970, e che aveva mantenuto il proprio carattere semplice per decenni. Un po' come la Bolognina. Poi, anche qui è arrivato progressivamente il turismo. E tutto sta cambiando. In peggio.
La Bolognina era un quartiere vivo, vivace, anche culturalmente. Fino al 2004, c'era uno dei principali centri sociali bolognesi, il Link. Per anni è stato centro di sperimentazioni al pari di progetti simili in capitali ben più importanti come Amsterdam o Berlino. Non era certamente il mio posto preferito, ma quando facevano eventi di solidarietà (come la cena palestinese) ci sono stato. Il Link è stato fatto sloggiare poco dopo l'episodio di Coliandro, per costruire il nuovo Comune. Il quale non appartiene al comune di Bologna, ma a dei privati che lo affittano a caro prezzo al comune di Bologna. E un altro centro sociale, l'Xm24, costruito a fianco del comune, è stato raso al suolo. Al suo post uno studentato/hotel per studenti universitari ricchi o per turisti.
Tutto questo ci parla di una trasformazione del quartiere a fini turistici. Un turismo che straborda ormai dai confini del centro storico e occupa i quartieri adiacenti. La Bolognina è purtroppo l'obiettivo principale. Proprio dietro alla stazione, è un "prato verde" da occupare e mettere al servizio dei turisti di passaggio. Negli anni si è assistito a una trasformazione del quartiere sempre più violenta. Non solo i centri sociali che spariscono insieme alle loro sperimentazioni culturali e artistiche, ma anche espulsioni violente degli affittuari del quartiere che non riescono più a pagare i nuovi affitti chiesti dai proprietari degli appartamenti che fiutano la possibilità offerte dal turismo breve. Se la permanenza dei turisti a Bologna è di 3 giorni e 2 notti, se la Bolognina diventa la Kreutzberg di Bologna, con finti localini finti alternativi in cui si mangiano prodotti finti tipici a prezzi stratosferici, si può portare la permanenza a Bologna a 4 giorni e 3 notti a beneficio degli hotel e dei vari B&B. Ma i residenti popolari storici del quartiere devono essere espulsi uno a uno, insieme alle loro vite povere che cozzano con la Bologna ricercata dai turisti di passaggio.
Il forno pasticceria che fa da sfondo all'episodio di Coliandro ha cambiato nome (ma credo non proprietà) e si chiama oggi Panbistrò, rispecchiando un po' il cambiamento avvenuto nel quartiere. Vi consiglio di andarci perché la qualità sembra non essere cambiata.
In tutte queste trasformazioni, però mi piace pensare che ci sia ancora una speranza. Ed è nell'amore semplice, puro, spontaneo di due ragazzi dietro al bancone. Non sappiamo chi siano. Non sappiamo se siano attori o meno, non sono citati nei titoli di coda. Mi piace pensare che non lo siano, che siano due ragazzi veri, semplici come il loro amore. E mi piace pensare che anche questo sia vero. Il loro accento è quello bolognese, mi sembra della bassa, di quella zona che era semplice come la pianura che la circonda. Chissà se sono due veri dipendenti della panetteria, chissà se erano veramente innamorati. Io penso di si. Mi piace pensare che sia così. E che per la Bolognina ci sia ancora un futuro proprio in quel loro amore semplice e spontaneo. Speriamo.
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