La Roma di Coliandro. Protagonista della serie "Rocco Schiavone".
La ragione di questo blog è molto semplice. La serie Coliandro è passata dall'essere una serie di nicchia, ostracizzata dalla Rai ad essere un fenomeno sempre più conosciuto.
Per chi vive o ha vissuto a Bologna, all'entusiasmo per i racconti, si aggiunge il piacere di vedere Bologna e la regione fare da sfondo agli episodi della serie. Una Bologna che negli anni è cambiata: questo trasforma gli episodi di Coliandro in piccoli viaggi nel tempo. La Bologna delle prime puntate è quella non ancora invasa dal turismo. Quella degli studenti alternativi, delle manifestazioni, dei collettivi. E un po' la Bologna di quando i fan più fedeli della serie "erano giovani".
Ma la serie mostra anche la Bologna di oggi, con le sue contraddizioni e il suo lato noir. Una Bologna distante tanto dagli stereotipi quanto dall'immagine edulcolorata da cartolina (proprio ora che le cartoline non si inviano più) che si vuole vendere per attrarre i turisti.
Molti però non vivono a Bologna e conoscono a malapena i luoghi che fanno da sfondo. Questo blog nasce da qui: usare Coliandro per mostrare un'altra Bologna, quella fuori dai giri turistici, condividendo con chi non è di Bologna i luoghi che sono stati scelti per girare Coliandro. E non sono luoghi scelti a caso: i luoghi di Coliandro sono quelli in cui le contraddizioni di Bologna sono più evidenti, proprio quelli che devono essere nascosti per non disturbare i turisti.
Visitare la Bologna di Coliandro è quindi riscoprire una Bologna più vera, combattere l'immagine della Bologna della tagliatella (Bologna ha molto di più e le tagliatelle che vi vendono costano molto e sono di qualità pessima), e scoprire una Bologna che ha molto di più da offrire.
In fondo i bolognesi ad ogni immagine della serie sussultano, riconoscendo un angolo di Bologna che è stato parte, piccola o grande, della loro vita. Condividere questi luoghi è fare diventare quegli angoli parte della vita anche degli altri.
Ma è anche combattere quella tendenza a fare diventare Coliando una scusa come un'altra per la "promozione turistica" della città. Che tradotto significa la mercificazione di ogni angolo in favore di turisti che la vivono con la stessa passione con cui si mangia a un mcdonalds. Oggi tutta la città viene orientata al turismo, un turismo che snatura la città , che ne espelle gli abitanti, che produce pessimi lavori, che fa infiltrare mafie nel cuore della città. Insomma, il contrario di quello che piacerebbe a Coliandro e contro cui, siamo sicuri, mostrerebbe insofferenza almeno grande quanto quella contro i punkabbestia.
Qui di seguito, tre immagini, portate ad esempio di come viene usato oggi Coliandro e più in generale della mercificazione della città, una città che ha la più antica università del mondo, che ha una cineteca magnifica, ricchezze enormi, ma che sa vendere solo tagliatelle fatte come fossero un fast food.
Chi ha scritto questo articolo (forse fatto dall'intelligenza artificiale) non ha mai visto la serie. Ma non ha forse neanche mai letto l'articolo che ha pubblicato, visti gli evidenti errori finanche logici dell'articolo. Ma è un esempio di come si vende Bologna, senza neanche conoscerla, forse senza neanche mai esserci stati. Si vende Bologna come si vende qualsiasi altra cosa. Una Bologna sempre uguale, ma mai vera.
Ecco, speriamo di rovinare questa immagine da cartolina, per riscoprire la vera Bologna. In fondo Coliandro è questo: come tutti i noir ci mette davanti agli aspetti oscuri, quelli che non si vogliono vedere, ma anche quelli che sono più veri. Un piccolo atto di ribellione contro la mercificazione (o la merdificazione) di Bologna.
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